la bicicletta nella Resistenza


buon 25 Aprile a tutti voi donne e uomini liberi

Vi presento questo libro consigliato da un caro amico

La bicicletta nella Resistenza,F. Giannantoni, I. Paolucci
Ed Arterigere – Varese

tratto liberamente da Edizioni Arteriger

"…..Sin dalle sue
origini la bicicletta fu ampiamente usata dagli strati popolari,
non soltanto per motivi di lavoro, ma anche in funzione politica
e, nel corso della lotta di Liberazione, per compiere azioni di
vario tipo, contro i nazifascisti.


In Italia la
paura della bicicletta da parte dei reazionari ha una data certa
e molto antica e una firma tanto famosa quanto odiata dalle forze
popolari: quella del generale Fiorenzo Bava Beccaris, nelle vesti
di Regio Commissario Straordinario, durante i moti del maggio del
1898 a Milano. Oltre ad ordinare una sanguinosa repressione, il
generale fece affiggere un manifesto che decretava il divieto nell’intera
provincia di Milano della «circolazione delle Biciclette,
Tricicli e Tandems e simili mezzi di locomozione».


Più o
meno con gli stessi termini, oltre alla minaccia della fucilazione,
i nazifascisti proibiranno durante la loro dominazione sul territorio
italiano, in funzione anti-partigiana, l’uso della bicicletta. Quel
divieto, però, avrebbe significato in città come Milano
o Torino, il blocco della produzione, giacché la maggior
parte degli operai la usava per recarsi al lavoro e così,
persino i nazisti, spietati nelle loro decisioni, dovettero fare
marcia indietro.


Nell’immediato
dopoguerra, la bicicletta fu molto diffusa, specialmente nelle campagne.
Per i braccianti era l’unico mezzo di locomozione, usato, oltre
che per il lavoro, in occasione di grandi manifestazioni o degli
scioperi indetti dalla Lega dei braccianti. In quelle giornate di
lotta, masse imponenti si radunavano per impedire ai crumiri di
recarsi nei posti di lavoro. Contro le biciclette, appoggiate nelle
sponde dei fiumi, si accanivano con particolare durezza, schiacciandole
e rendendole inutilizzabili, le camionette della "Celere"
di Scelba, una polizia di pronto intervento, utilizzata soprattutto
in occasione degli scioperi operai. Questa furia devastatrice non
arrestò però lo svilupparsi di grandi battaglie per
ottenere migliori forme di vita. Una storia di sacrifici, di miseria,
di lotte, che sarebbe importante far meglio conoscere alle nuove
generazioni…."

felice Festa di Liberazione dal NAZIFASCISMO. viva il 25 aprile, la Resistenza e chi si ribella; grazie a tutti i partigiani. A Fausto e a Lampo.

  1. #1 di pugno a pedali il Novembre 30, 2010 - 2:09 pm

    gentili ragazzi vi ringrazio per la segnalazione, cose che già si sapevano e delle quali non si tace…anzi direi che il problema sia non aver finito il lavoro! e sino a qua questa è la mia opinione.

    Vi ricordo che questo è un blog in cui si parla di biciclette, mobilità sostenibile e del ruolo della bicicletta nella società e cultura italiana. ora non capisco il vostro commento, avete letto il libro? si parla di segno di legino? ..oltre a ciò arrivate con 7 mesi di ritardo. se avete da segnalare qualche libro che tratti dell’argomento ben venga, se vi fate vivi per farvi pubblicità: ottimo tentativo.. visto che non siamo come i vostri padri o nonni non ve lo cancelliamo… anche se suppongo che vostro nonno un bella “tirata d’orecchio” non ve la risparmierebbe.

    cari amici nostalgici spero non scopriate solo ora cosa vuol dire “guerra civile” in particolare a seguito di un meraviglioso periodo di libertà e tolleranza come il ventennio. comunque concordo con voi, sarebbe stato meglio farli fuori tutti “allora” ‘sti partigiani e con loro le rispettive famiglie, amici o chi soltanto la pensava diversamente, gli omosessuali, gli ebrei, gli zingari e gli storpi, i neri, i contadini e gli operai: oggi continueremmo a godere dell’illuminata politica dei Vostri impeccabili e stilosissimi.

    Visto che vi interessate di corriere e camionette: evito di segnalarvi il più noto distributore: un po’ fuori mano ma garantisce…raccolta punti e gagliardetto in omaggio.

  2. #2 di Ragazzi del Manfrei il Novembre 30, 2010 - 12:58 pm

    A noi risulta che nel periodo post insurrezionale i partigiani usassero pure loro la camionetta.. Avete mai sentito parlare del Campo di Concentramento di Legino? di Segno? Delle persone lì rinchiuse in modo arbitrario, derubate e poi uccide?
    Biciclette, corriere, camionette..

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